Il bruciatore a microgassificazione Blucomb appartiene alla tipologia di gassificatori TLUD (top lit up-draft gasifier). È costituito da una camera di reazione (kiln) in acciaio in cui la biomassa (pellet di legno) viene caricata, e da un sistema di miscelazione dell’aria comburente con i gas combustibili generati.

Grazie alla disposizione degli ingressi dell’aria, l’accensione del pellet nella parte superiore della camera innesca, in pochi minuti, un processo controllato ed omogeneo di pirolisi del pellet sostenuto dal tiraggio naturale della canna fumaria.

Questa soluzione permette di controllare la combustione, di stabilizzarla e di adattare la potenza erogata dal bruciatore alla capacità di accumulo e di rilascio del calore caratteristiche del tipo di stufa.

Il processo di pirolisi che si ottiene all’interno della camera di reazione, spezza le molecole di lignina e cellulosa, principali costituenti energetici del legno, trasformando il pellet in gas combustibile e carbone.

In una fase successiva, trasforma anche il carbone in gas infiammabile, lasciando sul fondo della camera di reazione, una piccola quantità di cenere come unico residuo solido del processo.

La geometria brevettata dei bruciatori a microgassificazione Blucomb, regola e orienta i flussi d’aria ottimali per un processo di gassificazione completa: il risultato è un significativo miglioramento della combustione e una forte riduzione delle emissioni e degli incombusti.

Grazie a questo processo, lo strato di fiamma che si sviluppa al di sopra della camera di reazione oltre la zona di generazione del gas, costringe ogni molecola di combustibile a passare attraverso di esso e ossidarsi completamente.

Poco dopo l’accensione avviene una separazione tra la zona di generazione del gas interna alla camera, e quella di combustione del gas stesso che si trova presso l’uscita superiore dove, tramite opportuni passaggi, il gas incrocia, un flusso d’aria comburente e brucia in maniera ottimale.

La combustione ottenuta con i bruciatori a microgassificazione Blucomb riduce significativamente le emissioni inquinanti garantendo livelli di monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOx), carbonio organico volatile (OGC) e di particolato (PM) entro i limiti imposti dalle più restrittive norme di settore.

Di seguito alcuni dati di un confronto tra una combustione a legna e una a pellet con il sistema Blucomb. I dati riguardano combustioni ottenute all’interno del medesimo modello di stufa. L’intervallo di misurazione considerato comprende anche l’accensione, e termina al quasi completo spegnimento delle braci.

La quantità di monossido di carbonio (CO) nei fumi di scarico è uno dei principali indici della qualità della combustione. Il suo valore misurato in ppm (parti per milione) deve essere il più basso possibile perché la sua presenza indica che la combustione non è stata completata: ogni atomo di carbonio infatti, può essere ossidato da 2 atomi di ossigeno creando anidride carbonica (CO2) che è il principale prodotto di ogni tipo di combustione.

I nostri bruciatori riducono al minimo lo svantaggio di combustioni parziali mantenendo la quantità di CO a poche parti per milione durante tutto il processo ben al di sotto dei più stringenti limiti di legge.

Grazie al sistema brevettato, la combustione avviene con un ridotto apporto di aria comburente: la migliore miscelazione dei gas, garantita dal sistema di iniezione, permette all’intero processo di svolgersi con una ridotta quantità di ossigeno in eccesso.

L’ossigeno in eccesso che non prende parte alle reazioni termiche ma passa all’interno della stufa si riscalda, e salendo attraverso la canna fumaria, porta via parte del calore abbassando così il rendimento: limitarlo senza pregiudicare i parametri di combustione permette di disperdere meno energia.

Questo vantaggio permette ai bruciatori Blucomb di ottimizzare le prestazioni della stufa e produce un significativo miglioramento dell’efficienza di combustione nell’apparato.

Il rendimento effettivo di una stufa quindi, è dato dal rendimento di combustione e dalla capacità di questa di assorbire calore dai gas di scarico e cederlo all’ambiente da riscaldare. Nell’ultimo grafico l’andamento del rendimento effettivo in funzione di questi due parametri.